Bonus edilizi, federazioni e associazioni di categoria chiedono al Governo una strategia di lungo periodo

Dopo lo stop a cessione del credito e sconto in fattura, introdotto dal Governo con il recente decreto-legge n. 11, si sono susseguite le prese di posizione di altre organizzazioni che – come ANGAISA ha fatto il 17 febbraio, giorno di entrata in vigore delle nuove disposizioni – hanno stigmatizzato, sia pure con sfumature diverse, i tempi e i modi che hanno portato alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento. Per Confcommercio “occorre che vengano individuate soluzioni strutturali alla crisi di liquidità delle imprese che non sono riuscite a cedere a terzi i crediti d’imposta per la saturazione del mercato e per le quali ora viene anche meno, in ragione del divieto recato dal decreto varato dal Governo, la possibilità di cedere questi crediti alle pubbliche amministrazioni. È dunque necessario un confronto urgente tra Governo e associazioni di categoria anche in considerazione del ruolo determinante svolto dalla filiera dell’edilizia per la messa terra del PNRR”. Il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha sottolineato che “se il Governo creasse le condizioni affinché si possano fare cessioni di primo grado tra privati, si potrebbe individuare una classe di imprese, per solidità economica, che potrebbe acquistare i crediti ora fermi”. Paola Marone, Presidente di Federcostruzioni (di cui ANGAISA fa parte, in qualità di Socio Aggregato) ha evidenziato che “il Governo non ha individuato soluzioni per i crediti bloccati nei cassetti fiscali di imprese e professionisti. Così facendo si distruggono imprese di costruzioni, professionisti e famiglie. Adesso, purtroppo, ci ritroveremo a fare i conti con fallimenti, contenziosi per opere incomplete e lavoratori espulsi dal mercato”. Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, si è soffermato sull’effetto trainante dei bonus per l’economia nazionale: “grazie alla spinta dei bonus edilizi, tra il 2019 e il 2022 ben 2,1 punti di crescita del PIL arrivano dai maggiori investimenti in costruzioni in Italia rispetto al resto dell’Eurozona. Inoltre, tra il quarto trimestre 2019 e il terzo trimestre 2022 il settore delle costruzioni ha fatto registrare un aumento di 257mila occupati.” Per CNA è fondamentale “l’istituzione di un tavolo permanente per trovare soluzioni efficaci e condivise sul riordino del sistema degli incentivi così da assicurare un volano della crescita e strumenti per realizzare la transizione energetica”. Il Presidente di ANIMA Confindustria, Marco Nocivelli, ha richiamato l’attenzione sugli scenari legati all’efficientamento energetico degli immobili residenziali: “dobbiamo considerare innanzitutto la direzione intrapresa dall’Europa in merito all’efficientamento energetico degli edifici: se in meno di dieci anni dobbiamo portare le nostre abitazioni a più che dimezzare le emissioni, Superbonus ed Ecobonus sono due misure fondamentali per il raggiungimento di tali obiettivi; l’eliminazione dello sconto in fattura e della cessione del credito rallenteranno notevolmente le opere di efficientamento energetico, impedendo ai condomini e alle famiglie – soprattutto quelle meno abbienti – di accedere ai bonus”. Federica Brancaccio, Presidente ANCE, ha espresso soddisfazione (in occasione del suo intervento alla trasmissione “Porta a porta”) per le prime aperture del Governo: ““A Palazzo Chigi abbiamo trovato grande apertura sulla proposta di utilizzare gli F24 per liberare i cassetti fiscali e consapevolezza del dramma socioeconomico che sta per esplodere sui crediti incagliati. Serve subito una misura stabile e sostenibile che aiuti l’intero Paese”.