Nuova indagine sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani

Il 16 luglio scorso sono stati presentati a Torino i risultati dell’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2019, un progetto del Centro Einaudi e di Intesa Sanpaolo, basato su interviste effettuate da Doxa. Negli ultimi tre anni i bilanci delle famiglie hanno riacquistato parte della prosperità perduta durante la lunga crisi: il saldo tra coloro che ritengono sufficiente o insufficiente il reddito per sostenere il tenore di vita corrente sale nel 2019 al 69 per cento degli intervistati, massimo storico del decennio. Torna ad irrobustirsi il ceto medio. Le tre fasce centrali di reddito del campione, che includono coloro che percepiscono dai 1.500 ai 3.000 euro al mese, si attestano al 57,5 per cento rispetto al 51,7 per cento di tre anni prima. Approssimativamente, un milione e trecentomila famiglie, secondo i dati del 2019, sono rientrate a far parte del ceto medio o vi sono entrate per la prima volta, riallargandolo. Si conferma anche nel 2019 l’avversione al rischio degli intervistati, anche a costo di sacrificare il rendimento. Quando impiegano il risparmio, gli intervistati continuano a mettere al primo posto l’obiettivo della sicurezza. Gli intervistati dichiarano il possesso di una ricchezza finanziaria media pari 101mila euro (3,9 volte il reddito medio); la ricchezza immobiliare è invece pari a 169 mila euro. Ne deriva una ricchezza complessiva per intervistato di 270 mila euro (al netto delle quote di aziende), che sale rispettivamente a 355 mila e 384 mila euro nel caso dei laureati e dei professionisti e imprenditori. Nei dodici mesi precedenti l’Indagine il 6,7 per cento del campione ha investito in case (8,7 per cento nel 2018 e 5,7 per cento nel 2017) ma solo il 3 per cento circa l’ha fatto per acquistare o cambiare la propria prima casa; gli altri acquisti sono stati realizzati per ragioni collegate all’impiego ereditario o per avere un reddito aggiuntivo nella vecchiaia. Gran parte del campione condivide che la casa possa offrire un’entrata integrativa al momento della pensione; solo il 22 per cento circa conosce il “prestito vitalizio ipotecario”. La percentuale dei risparmiatori nel campione torna finalmente a superare quella dei non risparmiatori, dopo aver toccato il minimo storico del 39 per cento nel 2013. La percentuale di reddito risparmiata raggiunge nel 2019 il massimo storico (12,6 per cento, vs. il 12 per cento nel 2018 e 9 per cento nel 2011). La quota di risparmiatori è massima nel Nord-Est (63,8 per cento), seguito dal Centro Italia (54,2 per cento).