Pagamenti digitali, Italia in fondo alla classifica

La seconda edizione dell’Osservatorio sulla diffusione dei pagamenti digitali, realizzato da The European House – Ambrosetti, fotografa un quadro europeo nel quale l’Italia occupa una delle ultime posizioni in classifica. Nel nostro Paese il contante in circolazione continua ad aumentare (da 128 a 182 miliardi di Euro tra 2008 e 2015) ed è cresciuto del 6,9% nel periodo 2014-2015.
L’Italia migliora, ma troppo poco, sul fronte dell’ecosistema dei pagamenti elettronici e rimane in posizione arretrata rispetto ai suoi competitor europei: alla velocità attuale, nel percorso che dovrebbe portare alla “società senza contante” entro il 2025, il divario dell’Italia rispetto ai Paesi più evoluti rischia di ampliarsi. Nel confronto globale, il posizionamento dell’Italia è tra i più negativi per incidenza del contante sul sistema economico. Il nostro Paese è infatti venticinquesimo al mondo per cash intensity (inteso come rapporto tra il valore del contante in circolazione e PIL) tra le 131 economie prese in considerazione e il secondo peggiore Stato Membro dell’UE-28 (dopo la Bulgaria): 11,2% rispetto al 9,7% dell’Eurozona. L’evoluzione tecnologica e la digitalizzazione sono i grandi “game changer” che stanno impattando sulla quotidianità delle attività economico-produttive e sulla vita delle persone. In questo contesto, il settore dei pagamenti è tra quelli che meglio esprimono le potenzialità e i benefici collegati all’innovazione. Sulla spinta della trasformazione digitale e dello sviluppo di nuovi servizi (ad esempio, l’e-commerce), gli strumenti di pagamento alternativi al contante (“cashless”) stanno infatti assumendo un ruolo sempre più centrale per il business e la società. Anche se l’utilizzo di carte di pagamento ha conosciuto un graduale miglioramento nell’ultimo decennio, l’Italia si conferma tra gli ultimi Paesi europei, con 37 transazioni pro-capite effettuate nel 2015 (erano 23,3 nel 2008), rispetto a una media europea di 104. La velocità di diffusione dei pagamenti elettronici è in lieve miglioramento, ma l’Italia è ancora lontana dai Paesi più “cashless”: il punteggio dell’Italia sul CSS 2017 è di 7,1 (era 6,6 nel 2016), rispetto ad una media UE-28 di 24,9, una velocità ancora non sufficiente per raggiungere i top performer europei entro il 2025.