Rallenta la crescita nel secondo trimestre 2018

I più recenti dati Istat indicano che nel secondo trimestre del 2018 il prodotto interno lordo (Pil) è aumentato del +0,2% rispetto al trimestre precedente e del +1,2% nei confronti del secondo trimestre del 2017. La crescita congiunturale del Pil diffusa il 31 luglio 2018 era stata del +0,2%, mentre quella tendenziale era stata del +1,1%. Il secondo trimestre del 2018 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2017. La variazione del Pil acquisita per il 2018 è pari a +0,9%. “La stima completa dei conti economici trimestrali conferma che nel secondo trimestre il Pil è cresciuto in termini congiunturali del +0,2%, con una decelerazione rispetto al ritmo registrato nei due trimestri precedenti – commenta l’Istituto di Statistica. L’ampio contributo negativo della domanda estera netta è derivato dall’effetto congiunto di un lieve calo delle esportazioni e un marcato recupero delle importazioni. Dal lato della domanda interna, spicca il rimbalzo degli investimenti, trainato dalle componenti di macchine, attrezzature e mezzi di trasporto, a fronte di un debole aumento dei consumi. L’input di lavoro è cresciuto in misura superiore all’attività: le ore lavorate sono aumentate del +0,7% e le ULA del +0,4%”. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti, con una crescita del +0,1% dei consumi finali nazionali e del +2,9% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono cresciute del +1,8%, mentre le esportazioni sono diminuite del -0,2%.La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 0,6 punti percentuali alla crescita del Pil, con un contributo nullo sia dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP), sia della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP) e un contributo positivo di 0,5 punti percentuali degli investimenti fissi lordi. La variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,2 punti percentuali, mentre l’apporto della domanda estera netta è risultato negativo per 0,5 punti percentuali. L’Istat registra andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell’industria e dei servizi pari, rispettivamente, a +0,3% e +0,2%, mentre il valore aggiunto dell’agricoltura è diminuito del -1,4%.