Nei giorni scorsi ANCE ha presentato alla stampa l’ Osservatorio Congiunturale sull’Industria delle Costruzioni. Lo studio fornisce un aggiornamento dell’andamento del settore delle costruzioni con le previsioni per il 2019 e il 2020, alla luce del rallentamento dell’economia nazionale e internazionale in atto. L’incertezza economica, che sta coinvolgendo tutti i settori produttivi, non risparmia le costruzioni, che proseguono nella loro lunga e pesante crisi. In 11 anni, infatti, i livelli produttivi si sono ridotti di circa un terzo, comportando la chiusura di oltre 120mila imprese e la perdita di 600mila posti di lavoro. La previsione per l’anno in corso, che tiene conto dei consueti indicatori economici e settoriali, è di un aumento del 2%. Tale risultato è dovuto principalmente ai primi e timidi segnali positivi registrati per gli investimenti privati residenziali e non residenziali e al proseguimento della dinamica positiva per il comparto della manutenzione straordinaria. Per le opere pubbliche la previsione per il 2019 è di un aumento dell’1,8%. Un primo segnale positivo del tutto insufficiente ad invertire il lungo trend negativo in atto dal 2005 e lontano dalle aspettative di crescita degli investimenti pubblici che le misure governative, adottate negli ultimi anni, lasciavano sperare. Il repentino peggioramento delle condizioni economiche di contesto, tuttavia, ha indotto il Centro Studi Ance a formulare uno scenario di previsione peggiorativo, che dimezza la crescita del settore delle costruzioni per il 2019 (+1,1%) e prevede una contrazione ancora maggiore nel 2020.
Fatturati in calo e ritenute fiscali riducono la liquidità delle aziende
In tre mesi, nel periodo marzo/maggio 2024, gli investimenti nel settore dell’edilizia legati ai bonus edilizi, hanno registrato una contrazione nell’ordine del -17,4%. Ad aggravare la situazione delle aziende che lavorano nel comparto, l’incidenza delle ritenute...