Il mercato di caldaie e pompe di calore, insieme, potrebbe far registrare a fine anno, secondo le elaborazioni dell’ufficio statistica di ANIMA Confindustria, un decremento dei fatturati stimato in circa mezzo miliardo di euro. Fattori scatenanti, il blocco della cessione dei crediti, la massa dei crediti incagliati e il brusco ridimensionamento dei bonus edilizi, che hanno colpito duramente il comparto impiantistico. Il Presidente di ANIMA Marco Nocivelli, in una recente intervista al Sole 24 Ore, ha sottolineato che “il comparto dell’industria meccanica sta affrontando una situazione di crescente preoccupazione. Nei primi otto mesi del 2023 tecnologie come le caldaie murali e le pompe di calore fino a 17 kW hanno subito una drastica contrazione delle vendite, rispettivamente del -27,8% e del -42,5%: parliamo di quasi mezzo miliardo di euro di fatturato andato perso”. Se la tendenza dei primi otto mesi del 2023 fosse confermata, queste due tecnologie chiuderebbero poco sopra i 930 milioni di fatturato (circa 630 alle caldaie e poco più di 300 milioni alle pompe di calore), quando nel 2022 avevano totalizzato oltre 1,4 miliardi (884 milioni per le caldaie e 527 milioni per le pompe di calore).
Fatturati in calo e ritenute fiscali riducono la liquidità delle aziende
In tre mesi, nel periodo marzo/maggio 2024, gli investimenti nel settore dell’edilizia legati ai bonus edilizi, hanno registrato una contrazione nell’ordine del -17,4%. Ad aggravare la situazione delle aziende che lavorano nel comparto, l’incidenza delle ritenute...