“I dati parlano chiaro: nel 2011, con una detrazione al 36%, la spesa per lavori edili era di circa 16,7 miliardi. Con l’aumento delle agevolazioni fino al 110%, siamo arrivati a oltre 100 miliardi. Ora si torna indietro”. Secondo l’analisi del Dipartimento Politiche Fiscali di CNA, nei primi quattro mesi del 2025 le spese agevolate sono già calate del 16%, passando da 11,5 a 9,6 miliardi. Un trend che rischia di riportare il settore ai livelli pre-superbonus, ma soprattutto di alimentare l’evasione. Un’impresa che propone un lavoro senza fattura può teoricamente risparmiare (con tutti i rischi annessi e connessi) l’IVA al 10% o al 22%, le imposte sui redditi, la ritenuta dell’11% e i contributi previdenziali per i dipendenti. Sono gli stessi timori che ANGAISA aveva già espresso nel comunicato stampa del 5 giugno scorso, nel quale il Presidente ANGAISA Maurizio Lo Re puntualizzava: “Per evitare un pericoloso blocco del mercato, il Governo deve intervenire subito con misure straordinarie, che non possono attendere la prossima manovra finanziaria. Non si tratta solo di salvaguardare imprese e posti di lavoro, ma anche di agire nell’interesse generale dello Stato: se viene a mancare il volàno dell’edilizia ne risentiranno inevitabilmente il Pil nazionale e, nel lungo periodo, i conti pubblici, con il rischio concreto di incentivare i lavori in nero”.
Migliorano le prestazioni energetiche degli edifici italiani
Nel 2024 il patrimonio edilizio italiano compie un passo avanti significativo sul fronte dell’efficienza energetica. Gli edifici residenziali più performanti – appartenenti alle classi A4-B – raggiungono il 20% del totale, mentre quelli meno efficienti (classi F-G)...









