Non si ferma neanche a marzo la corsa sfrenata dell’inflazione, in aumento per il nono mese consecutivo. La crescita stimata dall’Istat è del 6,7% annuo (era +5,7% a febbraio), livello che non si registrava da luglio 1991, e dell’1,2% su base mensile. Anche a marzo ad aumentare sono soprattutto i prezzi dei beni energetici (da +45,9% di febbraio a +52,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +38,7%). Seguono i Beni alimentari, sia lavorati (da +3,1% a +4%) sia non lavorati (da +6,9% a +8%) e i Beni durevoli (da +1,2% a +1,9%). I Servizi relativi ai trasporti sono invece in rallentamento (da +1,4% a +1%). Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, “questo nuovo e brusco aumento dei prezzi al consumo, superiore alle nostre stime, contribuisce a rivedere al rialzo la previsione dell’inflazione per l’anno in corso e ad abbassare quella relativa alla crescita economica”.
Fatturati in calo e ritenute fiscali riducono la liquidità delle aziende
In tre mesi, nel periodo marzo/maggio 2024, gli investimenti nel settore dell’edilizia legati ai bonus edilizi, hanno registrato una contrazione nell’ordine del -17,4%. Ad aggravare la situazione delle aziende che lavorano nel comparto, l’incidenza delle ritenute...