I risultati del sondaggio realizzato nei giorni scorsi dalla federazione Anima Confindustria (di cui fanno parte, fra l’altro, Aqua Italia, Assoclima, Assotermica e AVR) fra i propri aderenti, evidenzia che ben otto aziende su dieci registrano aumenti dei costi e prevedono marginalità ridotte nel primo semestre del 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per una su dieci, l’erosione raggiunge o supera il 20%. Nonostante il recente rallentamento del tasso di inflazione e dei costi energetici, le imprese risentono della prolungata fase di crescita dei costi (in aumento fino al 20%, con punte che arrivano al 40%) e delle incertezze sul futuro andamento del mercato, aggravate dal recente dietrofront sui bonus edilizi, che ha scosso il comparto proprio in un momento in cui i mercati necessitano di stabilità. “Il repentino stop alle cessioni dei crediti e la cancellazione delle misure in favore degli investimenti, insieme all’alta volatilità dei mercati sta provocando un’incertezza che rischia di essere paralizzante” – commenta il presidente di Anima, Marco Nocivelli – “anche se i prezzi energetici si stanno stabilizzando, le imprese della meccanica vedono uno scenario di rallentamento della domanda e un’inflazione che si mantiene su livelli allarmanti”.
Fatturati in calo e ritenute fiscali riducono la liquidità delle aziende
In tre mesi, nel periodo marzo/maggio 2024, gli investimenti nel settore dell’edilizia legati ai bonus edilizi, hanno registrato una contrazione nell’ordine del -17,4%. Ad aggravare la situazione delle aziende che lavorano nel comparto, l’incidenza delle ritenute...