In base ai dati del nuovo report Congiuntura Confcommercio, l’inizio del 2024 si conferma pieno d’incertezze. L’attività industriale ha mostrato, anche nei mesi finali dello scorso anno, andamenti deludenti. Situazione che, stando alle attese degli imprenditori, non dovrebbe modificarsi in modo sostanziale. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi confederale, Mariano Bella, “la stima della variazione del prodotto lordo nel 2023 è pari a +0,8%, con piena valorizzazione dei segnali favorevoli emersi nella parte finale dell’anno (crescita della fiducia di imprese e famiglie, tenuta dell’occupazione, sviluppo delle vendite al dettaglio in novembre, conclamata sconfitta dell’inflazione). Per il 2024, il rientro ordinato dell’inflazione e un possibile miglioramento della dinamica salariale costituirebbero i pilastri di sostegno della propensione al consumo”. “La doppia sfida della crescita e della finanza pubblica – ha osservato Bella – si può affrontare con ragionevole serenità. Sempre che le recenti tensioni geopolitiche non si trasformino in nuove e inattese strozzature nelle catene di fornitura globali, con riflessi negativi sui costi e sui prezzi e conseguenze imprevedibili su consumi e investimenti”.
Fatturati in calo e ritenute fiscali riducono la liquidità delle aziende
In tre mesi, nel periodo marzo/maggio 2024, gli investimenti nel settore dell’edilizia legati ai bonus edilizi, hanno registrato una contrazione nell’ordine del -17,4%. Ad aggravare la situazione delle aziende che lavorano nel comparto, l’incidenza delle ritenute...