“Sulla base dei dati congiunturali, non soddisfacenti e ampiamente contradditori, la prima parte del 2019 si può classificare di stagnazione più che recessione”. Così l’Ufficio Studi confederale nell’ultimo numero di “Congiuntura Confcommercio”, in cui sottolinea anche che “sul fronte dei consumi, nonostante un andamento complessivamente non favorevole, si apprezza qualche elemento di vivacità, sintomo del tentativo delle famiglie di reagire ad una situazione di perdurante fragilità delle aspettative”. Per marzo, sulla base dell’andamento dei principali indicatori, debole ed incerto, l’Ufficio Studi stima una variazione congiunturale negativa (-0,1%) del Pil mensile, dato che porterebbe a un calo dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2018. Il primo trimestre 2019 dovrebbe quindi registrare una crescita del Pil del +0,1% in termini congiunturali, mentre il tasso di crescita tendenziale si attesterebbe al -0,1%. A febbraio l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è sceso dello 0,1% in termini congiunturali e aumentato dell’1% nel confronto con lo stesso mese del 2018.
Fatturati in calo e ritenute fiscali riducono la liquidità delle aziende
In tre mesi, nel periodo marzo/maggio 2024, gli investimenti nel settore dell’edilizia legati ai bonus edilizi, hanno registrato una contrazione nell’ordine del -17,4%. Ad aggravare la situazione delle aziende che lavorano nel comparto, l’incidenza delle ritenute...