Fanno riflettere i dati che Istat – nel nuovo Rapporto 2023 – dedica ai temi legati al “Cambiamento nel mercato del lavoro e investimenti in capitale umano”. Le proiezioni relative al progressivo invecchiamento della popolazione sono più che significative: tra il 2021 e il 2050 in Italia si stima una riduzione della popolazione residente pari a quasi 5 milioni, fino a poco più di 54 milioni. Continuerà il processo di invecchiamento (nel 2023 l’età mediana, 48,3 anni, è la più elevata tra i Paesi Ue27) e la struttura per età della popolazione cambierà in gran parte già nel periodo 2021-2041, quando la fascia di età fino ai 24 anni si ridurrà di circa 2,5 milioni (-18,5 per cento) e quella tra i 25 e i 64 anni di 5,3 milioni (-16,7 per cento). Al contrario crescerà di quasi un milione la popolazione tra i 65 e 69 anni (+27,8 per cento) e di 3,8 milioni (+36,2 per cento) quella di 70 anni e più. Con riferimento alla popolazione in età di lavoro, e considerando la tendenza all’innalzamento dell’età pensionabile, per la classe 25-69 anni la riduzione sarà pari al 12,3 per cento. Nel 2022 i giovani italiani (fascia di età dai 18 ai 34 anni) erano 10 milioni e 273 mila. Nel 2022 quasi un giovane su due (47,7 per cento dei 18-34enni) mostrava almeno un segnale di deprivazione in uno dei domini chiave del benessere (Istruzione e Lavoro, Coesione sociale, Salute, Benessere soggettivo, Territorio). Di questi giovani oltre 1,6 milioni (pari al 15,5 per cento dei 18-34enni), sono multi-deprivati ovvero mostrano segnali di deprivazione in almeno 2 domini. I livelli di deprivazione e multi-deprivazione sono sistematicamente più alti nella fascia di età 25-34 anni, che risulta la più vulnerabile. In Italia il meccanismo di trasmissione intergenerazionale della povertà (“trappola della povertà”) è più intenso che nella maggior parte dei paesi dell’Unione europea: quasi un terzo degli adulti (25-49 anni) a rischio di povertà proviene da famiglie che, quando erano ragazzi di 14 anni, versavano in una cattiva condizione finanziaria.

Cresce la ricchezza netta delle famiglie
Alla fine del 2023 la ricchezza netta delle famiglie italiane, misurata come somma delle attività non finanziarie (abitazioni, terreni, ecc.) e delle attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.) al netto delle passività (prestiti a breve termine, a medio e...