ISTAT, solo 53,7 milioni di italiani nel 2065

27/04/2017Senza categoria

In base alle previsioni contenute nel nuovo rapporto statistico dell’ISTAT “Il futuro demografico del Paese”, la popolazione residente attesa per l’Italia è stimata pari, secondo lo scenario mediano, a 58,6 milioni nel 2045 e a 53,7 milioni nel 2065. La perdita rispetto al 2016 (60,7 milioni) sarebbe di 2,1 milioni di residenti nel 2045 e di 7 milioni nel 2065. Tenendo conto della variabilità associata agli eventi demografici, la stima della popolazione al 2065 oscilla da un minimo di 46,1 milioni a un massimo di 61,5. La probabilità di un aumento della popolazione al 2065 è pari al 7%. Nello scenario mediano, mentre nel Mezzogiorno il calo di popolazione si manifesterebbe lungo l’intero periodo, per il Centro-nord, superati i primi trent’anni di previsione con un bilancio demografico positivo, un progressivo declino della popolazione si compierebbe soltanto dal 2045 in avanti. La probabilità empirica che la popolazione del Centro-nord abbia nel 2065 una popolazione più ampia rispetto a oggi è pari al 31%, mentre nel Mezzogiorno è pressoché nulla. Appare dunque evidente uno spostamento del peso della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-nord del Paese. Secondo lo scenario mediano, nel 2065 il Centro-nord accoglierebbe il 71% di residenti contro il 66% di oggi; il Mezzogiorno invece arriverebbe ad accoglierne il 29% contro il 34% attuale. Le future nascite non saranno sufficienti a compensare i futuri decessi. Nello scenario mediano, dopo pochi anni di previsione il saldo naturale raggiunge quota -200 mila, per poi passare la soglia -300 e -400 mila unità in meno nel medio e lungo termine. La fecondità è prevista in rialzo, da 1,34 a 1,59 figli per donna nel periodo 2016-2065 secondo lo scenario mediano. Tuttavia, l’incertezza aumenta lungo il periodo di previsione. L’intervallo di confidenza proiettato al 2065 è piuttosto alto e oscilla tra 1,25 e 1,93 figli per donna. La sopravvivenza è prevista in aumento. Entro il 2065 la vita media crescerebbe fino a 86,1 anni e fino a 90,2 anni, rispettivamente per uomini e donne (80,1 e 84,6 anni nel 2015).

Condividi

Altri aggiornamenti in "Senza categoria"

CRESME, edilizia pronta a ripartire

CRESME, edilizia pronta a ripartire

E’ stato presentato il 3 dicembre scorso il nuovo Rapporto congiunturale del CRESME, che evidenzia una caduta complessiva nel 2020, per il comparto costruzioni, pari al -9,5%. Il dato peggiore in assoluto è rappresentato dalla flessione nel rinnovo residenziale...

leggi tutto
Rinnovo cariche per AVR

Rinnovo cariche per AVR

In occasione dell’Assemblea tenutasi il 13 novembre scorso, Sandro Bonomi è stato eletto nuovo Presidente di AVR, l’Associazione italiana costruttori valvole e rubinetteria, federata ad ANIMA Confindustria. Sposato e con tre figli, Sandro Bonomi è attualmente...

leggi tutto