Il tasso di inflazione risale a febbraio: i dati provvisori dell’Istat mostrano un aumento dell’indice dei prezzi al consumo dell’1,1% su base annua (dallo 0,9% di gennaio) e una crescita su base mensile dello 0,2%. Continuano le oscillazioni dovute alle componenti più volatili, come l’energia e gli alimentari freschi, al netto dei quali l’inflazione di fondo è stabile a +0,5%. L’inflazione torna ad accelerare in modo marcato per i beni (da +0,7% a +1,5%), mentre rallenta per i servizi (da +1,1% a +0,7%); pertanto rispetto al mese di gennaio il differenziale inflazionistico tra servizi e beni torna negativo e pari a -0,8 punti percentuali (era +0,4 nel mese precedente). L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,3% per l’indice generale e -0,2% per la componente di fondo. Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, “l’aumento registrato nell’ultimo mese è imputabile in misura quasi esclusiva a fattori di volatilità di cui si riscontrano evidenze nell’area degli alimentari freschi e dell’energia, oltre che a interventi di incremento dell’imposizione indiretta come nel caso dei tabacchi. Di conseguenza, la componente di fondo si mantiene su valori particolarmente esigui (+0,5% tendenziale), confermando l’assenza di tensioni all’interno del sistema. Prezzi stabili sostengono il potere d’acquisto dei redditi nominali. Sono, però, in ampia misura, il riflesso di una complessiva e perdurante fragilità della domanda”.

Pompe di calore, un 2024 in lieve calo
In un contesto generale di difficoltà per la manifattura italiana, il settore delle pompe di calore elettriche si conferma come il più resiliente a livello europeo, trainato da un mercato sempre più orientato verso soluzioni sostenibili e ad alta efficienza...