ANGAISA guarda con estrema preoccupazione alle conseguenze del provvedimento, previsto dall’articolo 10 del “Decreto crescita” (convertito in legge nei giorni scorsi), grazie al quale chi effettua interventi legati all’efficientamento energetico o antisismici può ottenere un immediato “sconto in fattura” cedendo al prestatore di servizi il credito d’imposta legato all’ecobonus o al “sisma bonus” a cui avrebbe diritto. Credito che, a sua volta, l’impresa può cedere al proprio fornitore di beni e di servizi, ma non a istituti di credito o intermediari finanziari. “E’ un provvedimento che non tiene conto delle dinamiche del mercato in cui operano le nostre imprese e delle loro dimensioni” – osserva Enrico Celin Presidente di ANGAISA, l’associazione di categoria dei distributori idrotermosanitari aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia – “il meccanismo previsto dal decreto crescita rischia di produrre, e di fatto sta già producendo, gravi effetti distorsivi che penalizzano soprattutto installatori e distributori”. Come ha osservato anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, è evidente che la cessione del credito di imposta potrà essere gestita solamente da pochi operatori, in grado di sopportare gli oneri che inevitabilmente andranno a gravare su tutti gli attori del comparto, a partire dalle migliaia di piccole e medie imprese che non potranno fare da “ammortizzatore finanziario”. Va sottolineato che, fino all’emanazione del provvedimento attuativo da parte dell’Agenzia delle Entrate, questa nuova misura è di fatto inapplicabile: un altro elemento che contribuisce a rendere particolarmente confusa e potenzialmente conflittuale la gestione dei rapporti commerciali con la clientela privata.

Pompe di calore, un 2024 in lieve calo
In un contesto generale di difficoltà per la manifattura italiana, il settore delle pompe di calore elettriche si conferma come il più resiliente a livello europeo, trainato da un mercato sempre più orientato verso soluzioni sostenibili e ad alta efficienza...