Inizio d’anno debole in linea con gli andamenti dell’ultimo biennio. Dopo una chiusura del 2019 all’insegna della completa stagnazione (+0,1%), con sintomi di deterioramento del quadro congiunturale, l’Ufficio Studi Confcommercio stima un’apertura del 2020, in termini di Pil, sostanzialmente piatta. Anche l’inflazione si mantiene sui minimi storici. L’unico elemento positivo continua ad essere rappresentato dalla crescita delle persone, ma non delle ore lavorate, impiegate nel processo produttivo. Situazione che, con il perdurare della stagnazione, rende sempre più evidenti i problemi di produttività del sistema Italia. Il bimestre novembre-dicembre dovrebbe essersi chiuso con una dinamica dei consumi piuttosto deludente. Il quadro congiunturale continua ad essere caratterizzato da una situazione di profonda incertezza, nella quale i principali indicatori evidenziano profili non univoci. La fiducia dei consumatori e delle imprese è risultata, nel mese di dicembre, in moderata ripresa. La crescita per il sentiment delle famiglie è stata del +2% congiunturale mentre per le imprese si è rilevato un aumento del +1,5%. Su base annua il tendenziale segnala una riduzione del +2% per le famiglie, mentre per le imprese si è registrato, dopo quasi un biennio, il ritorno in territorio positivo con una crescita del +1,2%. Stante il permanere di un contesto poco dinamico si stima, a gennaio, una variazione congiunturale nulla del Pil mensile, dato che porterebbe ad una diminuzione del +0,1% rispetto allo stesso mese del 2019.
Fatturati in calo e ritenute fiscali riducono la liquidità delle aziende
In tre mesi, nel periodo marzo/maggio 2024, gli investimenti nel settore dell’edilizia legati ai bonus edilizi, hanno registrato una contrazione nell’ordine del -17,4%. Ad aggravare la situazione delle aziende che lavorano nel comparto, l’incidenza delle ritenute...