Crisi canale di Suez, le conseguenze per l’economia

FILE PHOTO: A cargo ship is seen crossing through the New Suez Canal, Ismailia, Egypt, July 25, 2015. REUTERS/Stringer/File Photo

La crisi del canale di Suez, con i continui attacchi ai convogli commerciali da parte del gruppo armato yemenita degli Houthi e l’operazione anglo-americana contro queste azioni, rischia di mettere fortemente in crisi i principali porti dell’Adriatico, con pesanti ripercussioni anche per l’economia nazionale. Dal 28 dicembre, nel porto di Trieste non arrivano più navi portacontainer. Si rischia di andare incontro a una carenza di materie prime, in primis l’acciaio, con un significativo aumento dei costi e potenziali conseguenze negative nella realizzazione del PNRR. L’industria italiana necessita di materie prime, come ferro e acciaio, ma anche di prodotti elettronici, a partire dai microchip. Se gli scambi commerciali si fermano, creando carenza di materie prime, e i costi energetici salgono, i contraccolpi già segnalati dai produttori e dai distributori della filiera potrebbero presto farsi sentire anche sui consumatori. Si segnalano infatti già rilevanti ritardi nelle consegne. I rischi di questa situazione sono stati evidenziati nel comunicato stampa che Federcostruzioni (di cui ANGAISA fa parte, in qualità di socio aggregato) ha diramato il 16 gennaio scorso.