Occupazione e produttività, priorità per il Sistema Paese

In Italia c’è un importante problema demografico (tra il 2014 e il 2023 la popolazione in età lavorativa è scesa dell’1,4%) e di produttività del lavoro (solo +7,2% tra il 1995 e il 2022) che ne penalizza la performance economica. Questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge da “L’Italia in Europa, perché non siamo competitivi”, la ricerca dell’Ufficio Studi Confcommercio presentata nei giorni scorsi. È necessario incrementare i livelli occupazionali, favorendo la partecipazione femminile al mondo del lavoro (nell’Unione Europea è al 60,2% contro il 49,3% del nostro Paese). Resta inoltre di estrema attualità il tema della produttività, che tra il 1995 e il 2022 è aumentata in Italia cinque volte meno che in Germania e sette volte meno che in Francia. Non perché i lavoratori italiani siano scarsi o sfaticati, ma “a causa del contesto in cui operano lavoratori e imprese, come le scarse performance della PA in termini di efficacia ed efficienza e il sotto-investimento, pubblico e privato, in formazione, istruzione e tecnologia. Fondamentale il ruolo delle imprese, perché “in fondo, il prodotto per lavoratore dipende anche dalla quantità e dalla qualità del capitale che gli viene messo a disposizione per lavorare”.