395.5 – Energia. Nuovo Conto Termico. Rimborsi più ricchi in base all’efficienza

Il nuovo conto termico, in  vigore dal 31 maggio 2016, è più generoso – a parità di  intervento – rispetto alla scorsa versione dell’incentivo. Si tratta di un assunto che non può essere generalizzato (esistono singoli casi in cui è vero il contrario), ma che emerge come linea generale in un raffronto tra il prima e il dopo. La quota percentuale che – restando solo nel mercato dei privati – può ottenere chi sostituisce impianti di climatizzazione o per la produzione di acqua calda sanitaria con altri di nuova generazione, alimentati a fonte rinnovabile, è oggi in media più alta rispetto a quanto avveniva in passato. La novità è di importanza sostanziale e, per una serie di opere, fa crescere l’appeal del conto termico quale alternativa all’ecobonus del 65% (cioè alle detrazioni Irpef e Ires della spesa sostenuta per interventi di efficienza energetica, spalmate in dieci rate annue e legate alla capienza fiscale del contribuente). Anche se c’è da tener conto di altri fattori. È vero infatti che il conto termico consente un ritorno più rapido dell’incentivo, perché il rimborso viene erogato (su conto corrente) in 2 o 5 annualità (con prima rata a due mesi dall’approvazione della domanda di contributo) oppure in un’unica soluzione quando la cifra spettante non supera i 5mila euro. Ma, d’altra parte, con l’ecobonus si può prevedere (prima dell’esecuzione dei lavori) l’esatto importo del contributo cui si avrà diritto. Informazione per la quale, nel caso del conto termico (dove la domanda va presentata e viene validata solo a lavori conclusi), occorre rivolgersi a un tecnico che applichi algoritmi e, quando previsto, anche i coefficienti premianti per l’intervento.
Il calcolo del contributo
Per avere una stima della convenienza del conto termico, è però possibile basarsi su una serie di “casi tipo”: da cui emerge che, a parità di investimento, la versione rivista dal Dm 16 febbraio 2016 è più vantaggiosa della precedente.
Per chi cambia una caldaia con un sistema a biomasse, i coefficienti riferiti alle emissioni (i cosiddetti Ce che registrano l’efficienza rispetto alle emissioni di particolato e anidride carbonica) sono stati modificati non solo riguardo ai parametri di riferimento, ma anche riguardo alle soglie che danno diritto a un “premio” sull’incentivo (in totale, i livelli sono tre: 1, 1.2 e 1.5). Così, anche i coefficienti di valorizzazione per le pompe di calore (euro/kWt) sono stati incrementati di quasi il 140% per cento. Tanto che, nell’ipotesi di una casa in Molise, la sostituzione di un generatore a Gpl con una pompa di calore, per una spesa di 9.874 euro, ottiene un rimborso di 4.100 euro, il 41,5% circa del totale. Con il vecchio meccanismo, a pari prestazioni, l’incentivo sarebbe stato invece di 2.050 euro (20,7%).
Premio all’efficienza
Pur se è difficile generalizzare, il conto termico – rispetto all’ecobonus – tende a premiare di più chi più investe sull’efficienza e sulla qualità della tecnologia. Ad esempio, per gli apparecchi che producono energia da fonte rinnovabile, gli algoritmi considerano non solo la potenza dell’impianto e la sua efficienza, ma anche le ore di funzionamento stimate in relazione alle zone climatiche in cui viene installato. Inoltre, nel caso dei generatori a biomasse, l’incentivo definito dall’algoritmo può essere aumentato fino al 50% in funzione dei coefficienti “premianti”. A parità di potenza, riceve maggior sostegno un impianto ubicato in una zona climatica più fredda, dove si prevede un maggior impiego. E per le pompe di calore viene valutato il coefficiente di prestazione della  macchina, cioè il suo rendimento. Ci sono poi alcuni interventi, quali l’installazione dei pannelli solari termici, che sono incentivati – se producono di più e a parità di superficie installata – con percentuali molto alte (in rapporto, oltretutto, a una spesa ormai contenuta, vista l’evoluzione del mercato). Anche su opere come la sostituzione di una caldaia con un sistema a biomasse o in pompa di calore è possibile, a fronte di una scelta efficiente, raggiungere un’elevata quota di rimborso in relazione alla spesa sostenuta. Fonte: Il Sole 24 Ore