397.2 – Fisco. Agevolazioni fiscali. Bonus mobili anche alle giovani coppie «unite»

Il bonus mobili per le giovani coppie è esteso di diritto a chi non è sposato ma «civilmente unito». Questo è quanto precisato in una recente risposta a seguito di un’interrogazione parlamentare del 28 luglio scorso. I parlamentari partivano dalla legge 76/2016 sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso e sulle convivenze, che afferma che le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque ricorrano, in qualsiasi norma, «si applicano anche a ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso». Quindi, proseguivano i deputati, la legge di Stabilità 2016, che amplia le ipotesi in cui è possibile fruire del cosiddetto «bonus mobili» (detrazione del 50% della spesa sostenuta in 10 rate annuali), individua anche specifici requisiti soggettivi in presenza dei quali è anche elevato da 10.000 a 16.000 euro il limite massimo di spesa detraibile. Tutte queste prescrizioni dovrebbero essere quindi applicabili, chiedevano i parlamentari, anche alle giovani coppie «civilmente unite». E infatti Enrico Zanetti, Viceministro all’Economia, sentita l’amministrazione finanziaria, ha dato loro ragione: «non esiste alcuna preclusione, dal punto di vista della normativa fiscale, a estendere il “bonus mobili” previsto per le giovani coppie ai componenti dell’unione civile», purché ricorrano le condizioni elencate nella circolare che «l’unione civile sia stata validamente costituita nell’anno 2016». I requisiti dovranno essere quelli indicati dall’Agenzia delle Entrate nella circolare 7/E del 31 marzo 2016: la detrazione è riservata ai soggetti che possiedono i seguenti requisiti: a) essere una coppia coniugata oppure coppia convivente more uxorio (da provare con stato di famiglia o autocertificazione) da almeno tre anni nel 2016; b) non aver superato, almeno da parte di uno dei componenti la giovane coppia, i 35 anni di età nel 2016; c) essere acquirenti di un’unità immobiliare da adibire a loro abitazione principale. In riferimento al primo requisito, da oggi diventa possibile formalizzare le unioni civili.
Fonte: Il Sole 24 Ore